Federcomated

Milano, 27/03/2020

Vendita di materiali da costruzione da parte delle imprese della GDO

Molte imprese associate rivenditrici di materiali da costruzione ci segnalano che i siti della GDO vendono sistematicamente articoli e prodotti appartenenti alla nostra merceologia, violando impunemente il combinato disposto DPCM e D.M. finora emanati per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
 
Se le segnalazioni corrispondono al vero, e non abbiamo motivo di dubitarne anche perché supportate da prove documentali, si tratta di gravi atti di concorrenza sleale, aggravati dal fatto che tutto il Paese è in piena emergenza sanitaria.
 
Le imprese ci chiedono come e a chi segnalare tali violazioni, al fine di impedire il perpetuarsi di uno stato di illegalità che danneggia i cittadini e le aziende.
 
Si ritiene che siano le Prefetture dei luoghi nei quali insistono i siti della GDO ad assumere il controllo sul rispetto delle regole di funzionamento dei mercati in una situazione di emergenza come quella che sta attraversando il Paese.
 
Pertanto ciascun cittadino, ciascun imprenditore o organizzazione di rappresentanza (Confcommercio territoriale) ha il diritto/dovere di segnalare le presunte violazioni, affinché sia interdetta la reiterazione della stessa.
 
Va aggiunto che l’applicazione della legge è complicata dalla scarsa chiarezza di norme che devono tenere insieme valori e principi talvolta contrapposti tra loro, per cui la linea di demarcazione tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, è lasciata all’interpretazione delle parti.
 
Infatti, la norma presenta non poche scappatoie, come quella del commercio a distanza che è consentita, oppure la vendita di prodotti complementari come ferramenta e articoli idrosanitari che non è interdetta, senza considerare i vari collegamenti con attività di filiera che ne consentono lo svolgimento.
 
Le insidie interpretative che si annidano nella normativa non aiutano chi deve dare applicazione alla legge e chi deve farla rispettare.
 
Noi confidiamo che il giusto diritto delle imprese di vedere rispettate le norme antivirus non venga percepito come atto discriminatorio contro la nostra categoria.